sabato 2 febbraio 2008

Un caffè da Starbucks.

Ho cercato di mettere un po’ a posto casa, naturalmente con i miei miseri risultati da Reginetta Monca, ma almeno ha una parvenza d’ordine.
Sta per arrivare Magistrato Mancato, dobbiamo andare in un negozio di costumi per affittare una maschera per stasera, mi è difficile immaginare Catania come Venezia, ma sono entrata nella parte.
A Mancato al telefono le dico ci vediamo lì, lei mi risponde no passo da casa tua ci prendiamo un caffè e andiamo, lo prendiamo fuori le suggerisco, ma lei come se io non avessi detto nulla continua come un caterpillar bulldozer replicando tra un’ora sono da te.
Una cosa che ho notato qui è che la gente vuole entrare nella tua intimità, a tutti i costi, imponendo la propria posizione sia fisica che di opinione sempre. Così dolcemente arrabbiata le ho replicato va bene metto su il caffé, e lei a quel punto mi dichiara perentoria lo prendiamo fuori.
Non ho detto più nulla, adesso aspetto che arrivi, chissà se dove andiamo c’è anche una raviola alla ricotta.


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